Bioetanolo: perchè é Utile
Che cos’è il Bioetanolo
E’ principalmente noto come alcol etilico o spirito di vino; ovvero etanolo. Viene definito “bioetanolo” l’etanolo prodotto mediante un processo di fermentazione di parti vegetali, distinguendolo in questo modo dall’etanolo derivante da prodotti petroliferi per mezzo di processi chimici.
Le fonti del bioetanolo
Viene ottenuto tramite un processo di fermentazione di quelle piante ricche di zuccheri, ma anche dagli scarti di lavorazione degli zuccherifici e dalle vinacce.
La materia prima per la produzione può distinguersi in tre gruppi:
- 1. sostanze ricche di amidi quali patate e mais
- 2. sostanze ricche di cellulosa: rappresentate da quasi tutti gli scarti agricoli quali paglia e potature in genere;
- 3. sostanze ricche di saccarosio (barbabietola da zucchero).
Processo di produzione
Il processo di produzione consiste nel:
realizzare una melassa per la fermentazione (per macinazione, lavaggio, ecc…)
introduzione della melassa nella sezione di fermentazione studiata per l’habitat degli enzimi;
distillazione del fermentato e trattamento delle acque reflue.
Confronto bioetanolo-benzina
I maggiori vantaggi del bioetanolo rispetto alla benzina consistono nella sua totale biodegradabilità e in una riduzione di circa il 15% delle emissioni di CO2 e di metalli pesanti. Per quanto riguarda i composti volatici (VOC) e gli ossidi di azoto (NOx), non si hanno grandi differenze con la benzina.
Bioetanolo nei motori
In percentuali non superiori al 15% è possibile miscelare benzina e bioetanolo nel serbatoio della nostra macchina senza dover fare modifiche al sistema di alimentazione. Per percentuali superiori occorre intervenire su getti e spilli (per le macchine a carburatore) o rimappare la centralina (per le macchine ad iniezione) e montare candele con un grado termico maggiore di due punti rispetto a quelle originali
Per quanto riguarda i consumi, il bioetanolo presenta un contenuto energetico inferiore alla benzina (cioè sviluppa meno calorie a parità di massa) ma un più alto numero di ottani che aumenta l’efficienza della combustione. Questo si traduce in consumi pressoché identico con la benzina per miscele con il 20% di bioetanolo, mentre per percentuali superiori bisogna intervenire sul rapporto di compressione del motore.
Comunque, senza tanti grattacapi, già da alcuni anni esistono dei motori che possono essere alimentati indistintamente sia dall’etanolo che dalla benzina. Sono i motori Flex Fuel, sicuri e affidabili tanto che sono utilizzati dall’85% delle automobili del Brasile.
Considerazioni generali
I processi per la produzione di bioetanolo sono molti vari, risulta quindi difficile fare una stima dell’energia necessaria per la sua produzione e dell’inquinamento prodotto. La maggior parte degli attuali impianti di bioetanolo utilizza gas naturale, o carbone, per il processo; la fermentazione stessa rilascia nell’ambiente CO2; la produzione dei fertilizzanti azotati utilizzati nella coltivazione delle piante, richiede l’utilizzo di gas naturale o gasolio (si stimano circa 1,5 litri per ogni chilo di fertilizzante); il trasporto su gomma incide per il 15% sul bilancio energetico finale.
Per dare comunque un riferimento energetico, si può affermare che per ogni 100 unità di energia utilizzata per la produzione di bioetanolo, se ne ricavano 130 dalla sua combustione.
Il bilancio finale non è quindi straordinario se paragonato con il biodiesel, ma i margini di miglioramento per la sua trasformazione sono ampi
Normativa
La norma italiana che regola l’utilizzo di biocarburanti è rappresentata dal Decreto Legge 504/95 che, in sostanza, equipara fiscalmente i biocarburanti alle fonti fossili. Infatti qualsiasi miscela utilizzata come combustibile deve essere sottoposta alla stessa tassazione dei prodotti petroliferi. Chi utilizza biocombustibili fatti in casa o aggiunge olio vegetale al serbatoio della propria auto, di fatto è un evasore fiscale.
È comunque da segnalare che la situazione italiana risulta essere nettamente in controtendenza con la situazione di altri Stati Europei (Germania, Svezia, Francia, Gran Bretagna, ecc…) dove i biocarburanti godono di un regime fiscale agevolato, al fine di stimolarne la produzione e la ricerca. Così non è raro vedere in Germania distributori con colonnine di biodiesel e olio vegetale, oppure di bioetanolo in Spagna e Svezia, e constatare la nascita di molti progetti di ricerca che puntano allo sviluppo di nuove tecniche e tecnologie per la produzione e l’utilizzo di biocombustibili come soluzione ai combustibili fossili.